INTRO

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Paola Maggiali

Compagni di viaggio

H: “La ra-na in Spa-gna gra-ci-da in cam-pa-gna.”
P: “Cosa fai Hugo?.”
H: ” Mi sto esercitando. Hai scelto un titolo ambizioso, una sfida impegnativa ed un primate come tramite. Vorrei essere all’altezza del ruolo.”
P: ” Sì, George Bernard Show mi piace, adoro la versione cinematografica di Higgins, per tutto quanto mi lega al musical e ad una delle mie icone imperiture: Audrey Hepburn.
Ti racconterò di questa e tante altre reminiscenze.
Ma io non sono Pigmalione, non lo sono per te.
Soprattutto – fai bene attenzione! – iniziamo a tracciare il nostro asse cartesiano: non usare l’altezza come concetto di riferimento.
Credo nella contaminazione, nella fusione o contrapposizione di registri stilistici diversi, alti e bassi che siano; nell’accostamento di temi e toni dissimili in intrecci nuovi, inconsueti, spiazzanti.
Senza prendere parte né di stile né di contenuto, ma cercando la misura consona (che non è detto sia in medium).
Vedo la cultura come intersezione trasversale.”
H: “Tutto è un tema, quindi?”
P: “Sì esatto.”
Tu sei il mio compagno di viaggio in questo libero diario di bordo: distante e speculare; primordiale e universale; a conferma che tutto ha un portato culturale potenzialmente interessante. Navigheremo a vista, facendoci condurre dalla nostra dialettica o dalle intuizioni ed occasioni del momento.”
H: “Zero ansia. Pensa ad iniziare.”
P: “Ho già l’idea di partenza. Uno dei miei argomenti clou.”
H: “Forse ci sono, lo so. Ti osservo da molto.”
P: “Sai Hugo, scrivere del proprio universo, per chi presta le proprie parole ad altri mondi, è un esercizio doppiamente acrobatico: introspettivo e dimostrativo.
È uscire dall’ombra.
Bisogna farlo per gradi, partendo dalle condizioni di massima sicurezza.”
H: “Allora io, se ho intuito, andrei a farmi un bagno e coglierei lì il primo spunto.”

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